Corpi indocili: l'arte di Anna Trapani

di Celeste Ianniciello

E' dal ricamo che nasce l'arte di Anna Trapani ed è attraverso di esso che l'artista si riallaccia all'antichissima tradizione femminile della tessitura e ad un'ampia corrente estetica femminista che, ribaltandone il significato domestico, ha fatto propria tale tradizione. Incorporando il ricamo nel suo lavoro, Anna Trapani si affianca a quelle artiste femministe che, fin dagli anni Settanta, ma ancor prima nel caso di Anna, hanno voluto sfidare i confini di divisione tra arte e artigianato, sfera pubblica e sfera privata, maschile e femminile. Si tratta del lavoro di Kate Walker, Judy Chcago, Elaine Reichekad, oppure della più recente estetica di artiste come Ghada Amer, Mona Hatoum. In un articolo dedicato all'arte femminista del ricamo, intitolato "Subversive Stitch", "punto sovversivo", Rozsika Parker scrive: "il ricamo ha fornito una fonte di piacere e potere alle donne, pur essendo legato indissolubilmente alla loro mancanza di potere … Paradossalmente, mentre il ricamo era impiegato per inculcare nelle donne il senso della femminilità, ha consentito loro di negoziare i limiti del femminile." E' proprio con questo paradosso che l'estetica di Anna si confronta: utilizza i prodotti di un'attività tradizionalmente ritenuta femminile, come appunto i ricami applicati a mano sulle tovaglie da tavola, le tende e soprattutto sulle lenzuola, prese direttamente dal corredo avuto in dote, e crea, attraverso di essi, nuovi modelli di femminilità. I pezzi del corredo, oltre ad essere preziosa testimonianza di una straordinaria abilità manuale, di pazienza e perizia, portano inscritta la storia del destino stabilito per la donna, tramandata di generazione in generazione, ma che Anna, con la sua estetica si impegna a spezzare, riscrivere e rovesciarne il significato. Tutto parte dalla tecnica, essa stessa un'azione di rifacimento. Il quadro è stato ottenuto innanzitutto attraverso la rintelatura, un'operazione estremamente complessa e lunga, che consiste nell'applicazione di una tela sotto il frammento di lenzuolo ricamato che poi viene tesa con l'uso di chiodi e infine pressata, per assicurare la completa aderenza tra i tessuti. Alla rintelatura è seguita l'imprimitura ad olio, l'asciugatura e finalmente la pittura. Lontano oramai dai vecchi clichè, ripulito dal simbolo del ruolo femminile sottoposto, deputato alla domesticità, il ricamo è pronto ad accogliere una nuova storia, viene coinvolto in figurazioni nuove, diventa lo strumento di un'operazione critica. Anna ordisce una trama alternativa con la sua pittura, una narrazione che parla di una femminilità tutt'altro che domestica o addomesticata, una femminilità indocile, corporea, carnale –molti dei quadri di Anna presentano corpi femminili nudi che si intrecciano, danzano, si toccano, si sovrappongono, perdendo i limiti del sé. La femminilità è espressione libera, come nell'opera Corpi indocili, perché capace di appropriarsi degli antichi schemi geometrici (che in questa opera traspaiono dalle linee della pittura, oltre che dal ricamo stesso); libera di rivendicare la propria ambiguità (come si evince dalle figure femminili); libera di evocare un potere inquietante (come sembra indicarci il gufo, presenza beffarda che ritorna spesso nei quadri di Anna). Questo il "punto sovversivo" di Anna, opera di ribellione e trasformazione che, da sempre, e oggi più che mai, chiama in causa e interroga un'intera cultura, la quale ha creduto troppo in fretta di ritenersi saldamente collaudata.